mercoledì 31 agosto 2011

curiosita':perche' el se ciana ponte dee tette?????????

Nel 1319 morì a Venezia l’ultimo discendente della ricca famiglia deiRampani; poiché era senza eredi e non aveva fatto testamento, tutti i suoi beni mobili e immobili passarono alla Serenissima, che li gestì come sua proprietà.

Una parte di questi edifici si trovava a San Cassiano, tra il sestiere di Santa Croce e quello di San Polo; nel 1421 il Governo, esasperato dagli sciami di “pubbliche meretrici” che a qualunque ora del giorno e della notte imperversavano in città, decise di trasferirle in blocco proprio nelle case ereditate dal Rampani – e perciò dette Ca’ Rampani – facendone delle “case chiuse”.
Fu così che le nuove residenti vennero chiamati sbrigativamente – anche nei documenti ufficiali – Carampane, e il termine divenne sinonimo di prostituta.
Il Governo emanò regole severe riguardanti la loro vita; potevano usciredalle loro case, ma non allontanarsi dai ristretti confini del sestiere di “lavoro”; alla terza campana della sera dovevano tornare nei loro alloggi, pena 10 frustate; non potevano abbordare clienti nei periodi sacri (Natale, Quaresima, Pasqua), pena frustate 15; non potevano frequentare le osterie, in centro città potevano recarsi solo di sabato, indossando però un vistosofazzoletto giallo al collo come segno di riconoscimento e la domenica, giorno del Signore, dovevano barricarsi nelle case gestite dalla “matrona”, che amministrava la contabilità e pagava regolamente le tasse.
Il loro quartiere oggi verrebbe definito a luci rosse: per attirare la clientela, stavano affacciavate per ore alle finestre delle loro abitazioni mostrando il petto completamente nudo; infatti il ponte che unisce Santa Croce a San Polo si chiama Ponte delle Tette,  visto il “paesaggio” che si offriva ai passanti (e Rio delle Tette si chiama il relativo canale).
Pare che la morigerata Serenissima incoraggiasse l’esibizionismo delle carampane per combattere l’omosessualità estremamente diffusa a Venezia tra ilXV e il XVI sec., diventando un prolema di stato: i tribunali dell’epoca lavoravano indefessamente per punire le violenze nate da “atti contro natura”, decapitando e bruciando i malcapitati colpevoli.  
      
Carampana” oggi significa “vecchia allampanata”, caratteristica fisica che risale a quel periodo.
Infatti le prostitute delle case dei Rampani, oltre ad esibire capelli di quell’improbabile colore detto appunto “rosso veneziano”,  indossavano purecaratteristici zoccoli di legno con la zeppa alta “un piede”, alias 50 cm, cosa che le rendeva mezzo metro più alte delle altre donne (di quel genere di scarpe ne ho parlato qui).
E nel Settecento, secolo particolarmente disinibito dal punto di vista morale, grazie a nuove leggi progressiste  che volevano incrementare il turismo nella città,  le prostitute giovani e belle poterono tornare indisturbate ad esercitare nel cuore di Venezia mentre a Ca’ Rampani rimasero solo le più anziane, che lì vivevano relegate come in ospizio continuando – se potevano – il loro antico mestiere a modicissimi prezzi imposti dal Governo, però con l’assoluta proibizione di mettere il naso per strada perché  sgradevoli alla vista.
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©Mitì Vigliero
dal blog di placida signora ...

ALTRA STORIA....
Tratto dal libro "Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità di Venrzia" - di M. Brusegan, A. Scarsella, M. Vittoria - Newton & Compton Editori - ottobre 2000.


E' situato a San Cassiano, in zona delle Carampane e unisce il sestiere di S.anta Croce con quello di San Polo.
La storia di questo nome curioso è molto semplice. Vicino a Rialto, le Carampane era una di quelle aree di Venezia nelle quali le prostitute erano obbligate a concentrarsi fin dal XV secolo, per disposizione delle leggi sull'ordine pubblico. Per attirare la clientela esse sedevano sulla finestra a seno nudo e con le gambe penzoloni per mostrare tutte le loro grazie, o ancor più, stavano completamente nude davanti alle finestre: il tutto proprio sopra il ponte in questione. Si narra che potessero stare tranquillamente in questi atteggiamenti grazie a un'ordinanza del XV secolo (per altro mai riscontrata)  che addirittura le incoraggiava a mostrarsi per attirare i clienti. Questo per distogliere la popolazione maschile da un'ondata di omosessualità che era diventata un problema di stato. Si trovano infatti, tra i fascicoli dei processi più famosi, moltissimi casi contro omosessuali o per violenze "contro natura". Ad esempio, tale Francesco Cercato fu impiccato per sodomia fra le colonne della piazzetta nel 1480 e tale Francesco Fabrizio, prete e poeta, fu decapitato e bruciato nel 1545 per il vizio "inenarrabile". Comunque sia, sembra che l'omosessualità fosse molto diffusa nella Venezia del Cinquecento, tanto da indurre le prostitute, nel 1511, a inviare una supplica all'allora patriarca Antonio Contarini affinchè facesse qualcosa in merito, perchè sembra non avessero piì clienti. Forse la vera ragione della loro crisi economica era però un'altra: nel 1509 a Venezia esistevano 11.654 cortigiane; con tale abbondanza di offerta sembra più logico pensare che i guadagni pro capite calassero molto.


Sempre lo stesso autore ci informa che nel 1450 viene decretato di porre quattro grosse lampade sotto i portici di Rialto per rischiarare la zona in quanto ritrovo di omosessuali.

Tratto dal sito BENVENUTO A VENEZIA

Tette (Ponte e Fondamenta delle) a S. Cassiano. Affine di ritrovare l'origine delle presenti denominazioni è da considerarsi che i posti delle meretrici, stanziate in «Carampane», arrivavano fino a questo ponte ed a questa fondamenta, e che esse solevano stare al balcone colle «tete» (poppe) scoperte per allettare i passanti (Gallicciolli, «Memorie», T. VI).
A quanto si dice, tale costume provenne da una legge del governo, emanata allo scopo di distogliere con siffatto incentivo gli uomini dal peccare contro natura. Che poi la sodomia si fosse anticamente abbarbicata in Venezia, lo provano vari turpi fatti raccontati dalle cronache, fra cui
quello di un «s. Bernardino Correr», il quale, come racconta il Sanudo («Guerra di Ferrara», Cod. 801, Classe VII della Marciana) nel 1482 «volse sforzar ser Hieronimo q. ser Urban zovene bellissimo per sodomia una sera che lo trovò in calle da Ca' Trevixan a S. Bortolomio e li taiò le stringhe de le calze; el qual non volse consentir; andò ai Cai di X et dette la sua querela».
Conosconsi alcuni decreti del Consiglio dei X promulgati nel medesimo secolo, dai quali si ricava che, per estirpare «abhominabile vitium sodomiae», si erano eletti due nobili per contrada; che ogni venerdì si doveva raccogliere il collegio dei deputati ad inquisire sopra i sodomiti;
che tutti i medici ed i barbieri, chiamati a curare qualche uomo, oppure qualche femmina, «in partem posteriorem confractam per sodomiam», erano obbligati entro tre giorni di farne denunzia alla autorità; che finalmente i sodomiti s'appiccavano fra le due colonne della «Piazzetta», dopoché s'abbruciavano fin che fossero ridotti in cenere, pena inflitta eziandio il 10 ottobre 1482, a quella buona lana di Bernardino, da noi summentovato.




la serenissima:caparossoi e bevarasse

e pensar che npialtri venexiani ..e " cappe " ne piase andarsee ciapar in bacan,sua secca....e dove che savemo che e trovemo tra tondine -bevarasse e caparossoi se fasemo i scorpaciae come i veri venexiani sa far

un piatto diventato ormai non piu' di CUCINA REGIONALE ma bensì di cucina ITALIANA....
Cmq ogni mar el so gusto
queste se bevarasse


inanzitutto laviamo le nostre bevarasse

e le passiamo facendole sbattere nel lavandino oppure saltandole nel cola pasta in modo che se ce n'è una con la sabbia la vedremo subito

ora in una padella facciamo abbiondire l'aglio in camicia e quando comuincia a friggere versiamo le nostre vongole 
iroriamo di vino bianco..
e mettiamo il coperchio in modo che esse si aprono....


ora aggiungiamo il prezzemolo........

pepe
servire uin una ciotola accompagnata da crostini:

tagliamo a dadetti il pane lo passiamo in olio d'oliva piccante al peroncino

mettiamo in forno...fino a quando saranno abbronzati...serviamo con le vongole

mi raccomando devono avere tutto il loro brodo


PASTA COI CAPAROSSI


spaghetti o bavette
caparossoi bavarasse e tondine quanto basta
datterini o ciliegino o pomodoro 
aglio
prezzemolo se volete 
pepe o peroncino

stesso procedimanto per il lavaggio......
.se sono nostrane lasciamole spurgare nella loro acqua..
...in modo che sputino le impurita' e si liberano della sabbia in accesso

nel frattempo che le laviamo avremo messo nella padella dell'olio extravergine con dell'aglio,una volta abbronzato metteremo i nostri pomodorini,tagliati a tocchetti,e lasciamo andare,
aggiungiamo le cappe iroriamo con poco vino bianco
mettiamo il coperchio
e lasciamo che si parono.
scoperchiamo aggiungiamo il pepe o il peperoncino e spegnamo..
nel frattempo avremmo anche messo la pasta a cucinare..a tre quarti di cottura la scoliamo e la aggiungiamo al sugo.......
.lasciamo finire la cottura in padella.....in modo che si crea la cremina che desideriamo
servire


se li vogliamo in bianco







 stesso procedimento dopo 4 minuti di cottura della pasta li togliamo 
e li mettiamo nella padella
spadelliamo ogni tanto affinche' il brodo delle cappe si e' consumato finendo la cottura dei caparossi in padella
aggiungiamo pepe e prezzemolo

possiamo farle in rosso solo con il mollusco.....

stesso procedimento ma avremmo tolto dalla nostra cappa ......




sabato 27 agosto 2011

la serenissima:curiosita'...storiche.....tra calli e campielli campi e sottoporteghi e ponti

NEL FRATTEMPO ..UNA POESIA DEL DOTT BORRELLI ANTONIO DEDICATA PROPRIO A UNA "DE STE CAI VENEXIANE"(una di queste calli veneziane)

mi stavo chiedendo se  vi siete mai chiesti il perche' ,VENEZIA..ha  calli campielli e "sottoporteghi "dal nome particolare ...
ricoremo "el ponte dee tette","ea cae dei fabbri",ea cae del fumo",e a fondamenta del piovan e tante altre che magari passando qui e la tra calli campielli e rii alle volte  guardando un po incuriositi  la scritta ,ci chiediamo il perche' ha questo strano nome,inoltre si sa bene che ogni pietra su venezia ha una storia degna di essere raccontata...
per non parlare di alcune buffe parole dialettali e il loro significato

vediamo un po.....

LA PAROLA ASSA.......OPPUR MUNEGA.........O ANCORA MEGIO EA FARSORA......
.

INIZIAMO A VEDERE LA STORIA  DI QUESTE CURIOSE ED INSOLITE SCRITTE E PAROLE :
_VENEZIA LA MAGIA CONTINUA

INTANTO CHE LEGGETE LE CURIOSITA' DELLA MIA CITTA VI ASCOLTATE
RONDO' VENEZIANO SCARAMUCCE

COSSA VOL DIR PIOVAN.....
tratto dal web..

Piovan (Ponte del) detto del Volto a S. Maria Nuova. Vedi Piovan (Calle ecc. del) e Volto(Calle del).

Piovàn (Calle, Fondamenta del) a S. Martino. Tale denominazione incontrasi spesse volte in Venezia, e sempre dipende dalle case ove risiedono, oppure risiedevano un tempo, i pievani delle contrade. Nelle età rimote i nostri parroci nominavansi vicarii, poscia furono detti rettori, e finalmente pievani. Da principio essi talvolta non erano sacerdoti, venendo ammessi al governo delle chiese i diaconi, ed anche altri inferiori ministri. In tal caso regolavano l'economia delle chiese, istruivano, ordinavano le funzioni, e quel che dipendeva dal carattere sacerdotale o non facevasi nelle loro pievi, o lo facevano i sacerdoti incardinati. I pievani anticamente venivano eletti dai fondatori delle chiese, e dai discendenti di questi, ma in seguito tale diritto fu lasciato ai parrocchiani. Troviamo che, fino dalla metà del secolo XII, i parrocchiani proponevano, il clero sceglieva, ed il vescovo confermava i pastori delle anime. Appare poi dai documenti raccolti dallo Scomparin, che dall'anno 1419 al 1432 l'elezione dei titolati e dei pievani fu fatta in varii casi dai soli capitoli delle collegiate. Talvolta la fece il solo pontefice, talvolta il clero la rimise spontaneamente al vescovo od al patriarca, e talvolta il vescovo od il patriarca elessero per diritto di devoluzione, avendo gli elettori trascurato di adempiere il loro ufficio nel tempo stabilito dai sacri canoni. Nelle chiese poi che non erano collegiate i pievani dovevano sempre essere eletti dal vescovo, il che in seguito cadde in disuso. Allorché poi, circa il 1432, i parrocchiani cominciarono a prendere parte attiva nelle elezioni, essi a tale effetto radunavansi in un luogo stabilito, e colà eleggevano o per voci, o per ballottazioni. Seguiva poscia l'esame dell'eletto, quindi la conferma del patriarca, o del nunzio del papa medesimo, e finalmente la partecipazione al principe. Notisi però che tale ultima formalità non s'introdusse subito, ma col volgere progressivo dei tempi.
Sulla «Fondamenta del Piovan» a S. Martino scorgevasi un bassorilievo lombardesco, rappresentante S. Martino a cavallo coll'anno 1468, e cogli stemmi del pontefice Paolo II Barbo, e del pievano Antonio De Lauro, o de Lauri. Questo bassorilievo ora è nel Civico Museo.
Altro bassorilievo consimile, rappresentante anch'esso S. Martino a cavallo, scorgesi sopra una porta in fondo alla «Calle del Piovan», con iscrizione donde s'impara essere stato il medesimo nel 1816 ristaurato a merito del pievano Giovanni Maurizj.

venerdì 26 agosto 2011

la serenissima.....storia...anticipazione


Etimologia del nome.
   Esso proviene dal latino Venetia, il nome della X Regio delle quattordici in cui era divisa l'Italia al tempo dei Romani, o dal corrispondente termine greco utilizzato dai Bizantini (Venetikà), che in un primo tempo indicava l'intera fascia costiera da Chioggia a Grado (Venetia maritima) e in seguito si restrinse ad un'area sempre più circoscritta, relativa alle isole della laguna di Venezia. 
   Il nome latino deriva dall'etnico "Veneti", attestato per diverse popolazioni antiche (oltre a quelle stanziate in Veneto, l'etnico compare in Asia Minore, in Illiria, in Bretagna e nel Lazio), che deriverebbe dall'indoeuropeo wenet, indicante i conquistatori indoeuropei (secondo il Devoto); per le recenti e discusse tesi di Semerano, il termine "Veneti" deriverebbe dall'accadico enu e dal semitico ain ("fiume" ma anche "sorgente"), con il significato di "abitanti accanto al fiume o alla sorgente". Il termine è attestato come Venetkens (genti venete) in una lunga iscrizione in lingua venetica, su una stele paleoveneta ritrovata a Villa Guiccioli di Isola Vicentina e conservata presso il Museo Archeologico di Vicenza...tratto da web...(ciro cozzolino)

festa dell'agricoltura:-la polenta..storia e teorie


questo tratto e' stato scritto da stefania camaioni ....gli altri dame tratti dal cim magazine 2009

termine "polenta" ha origini latine: deriva da "puls".
to a base di farro molto somigliante alla moderna polenta. In realtà, la polenta, intesa come la conosciamo noi, non si poté produrre prima della scoperta dell'America, quando Colombo importò il mais in Europa. Considerata a lungo cibo dei poveri, e spesso unico alimento dei contadini, in seguito, all'opposto, il consumo di polenta è stato a lungo evitato a causa del suo elevato contenuto calorico. La polenta contiene poche vitamine PP (1,90mg), ma tanta vitamina A (67mg), fosforo (99mg), potassio (130mg), calcio (6mg), ferro (1,8mg), carboidrati (360 calorie per 100gr di prodotto). Ottimo l'abbinamento con cibi ricchi di proteine di cui è carente (8,74 gr. per 100 gr. di polenta), quindi basta condirla con un ragù di carne o pesce, legumi, formaggi...
Esistono vari tipi di farine per polenta.
Le più conosciute sono:
1) la farina gialla: fatta con mais giallo. Prima dell'avvento del mais la si faceva con farina di cereali;
2) la farina bianca: tipica soprattutto nel nord, fatta con mais bianco o miglio, ma quest'ultimo veniva usato in modo particolare nell'antichità;
3) la farina saracena: ottenuta mescolando farina di grano saraceno e farina di mais bianca;
4) farina di fagioli: ottenuta cuocendo i fagioli in brodo e passandoli al setaccio. Si aggiunge la farina gialla di mais e si prosegue come una normale polenta.
5) la farina di mais giallo mischiata con la farina di grano saraceno: la c.d. polenta taragna, tipica della Valtellina ed ottima sia con vari tipi di carne che con tutti i tipi di formaggio.
La polenta si definisce "bramata" quando si vuole un po' rustica e si usa una farina più granulosa, mentre per una polenta più delicata si usa il "fioretto", una farina finissima. La si può fare morbida e cremosa o dura da poter tagliare a fette, tutto dipende dalla quantità di acqua e farina che useremo nel farla.


Secondo un'altra teoria 

Rossella Bortoluzzi"Secondo un'altra teoria, "pulint" e' un antico vocabolo caucasico risalente al V sec. d.C.
Questo significherebbe che la polenta e' nata ben prima delle scoperte di Colombo.
Si dice che Attila, e prima di lui le onde barbariche, avessero introdotto nei paesi conquistati le loro abitudini alimentari e quando arrivarono in Veneto, avendo poche risorse alimentari, si ingegnarono nella costruzione di reti per la pesca del bisato che abbinavano ad un composto di " farina di grano,acqua calda e sale": Fu così che nacque il piatto polenta e bisato......"


"ea poenta del contadin" 

Rossella BertoluzziIngredienti:
farina gialla; 3/4l di latte; sale; olio; 150 di prosciutto cotto o lardo; foglie di salvia e rosmarino; fegatini misti (coniglio,colombo-pollo o gallina-durelli); brodo; conserva
Per la polenta, rispetto alla ricetta tradizionale sostituiamo meta' dell'acqua con la stessa quantita' di latte, e procediamo. Io uso la pentola a pressione per accelerare i tempi.
Facciamo del brodo con i fegatini, un gambo di sedano, mezza cipolla, una carota ed un osso, oppure un pezzo di gallina, e sale. In una padella facciamo rosolare il prosciutto, o il lardo, assieme alla cipolla; aggiungiamo due mestolini di brodo, la conserva, i fegatini, la salvia e poco rosmarino.
Facciamo sobbollire il sugo per 25' circa a fuoco dolce, aggiungendo qualche mestolo di brodo se dovesse asciugarsi. Ora che la polenta e' pronta, la mettiamo sul tagliere posizionadoci sopra l'intingolo di fegatini. Noi veneti affianchiamo a questo piatto un buon rosso;.


dolci con la farina di polenta: sono tipici di venezia si chiamano "zaeti"... poi c'e' la torta sbrisolona... i biscotti "le bricole"....e l'ingrediente segreto per i "buranelli" e' proprio il fioretto di polenta gialla... Infine ho un'antica ricetta degli "storti", tipici biscotti della tradizione veneziana....abbiamo sia i zaeti de miran sia i saeti de venexia



FESTA DELL'AGRICOLTURA .IL BASILICO


il basilico.appartiene alla famiglia delle labiate..OCIMUM BASILICUM...
E'originario dei paesi dell'ESTREMO ORIENTE,ma viene coltivato in tutta italia,la liguria vanta il primato del miglior basilico italiano..
ESSO NON PRESENTA PROBLEMI DI CRESCITA E SI PUO' FACILMENTE COLTIVARE ANCHE IN VASO..
il periodo per la semina va da marzo ad aprile..
non richiede cure particolari..ma una buona esposizione al sole
LA CONSERVAZIONE
Lo possiamo conservare per l'inverno facendolo essicare,e mettendolo poi  in un vaso a chiusura ermetica..
oppure lo mettiamo sotto olio...sotto sale..oppure lo congeliamo
PROPRIETA' TERAPEUTICHE
E' UN OTTIMO SEDATIVO NATURALE
FACILITA LA DIGESTIONE
RINFRESCA L'ALITO (CONTRO L'ALITOSI)
COMBATTE L'INSONNIA
E PREVIENE LA CADUTA DEI CAPELLI
OTTIMO ANCHE COME RIMEDIO PER IL RAFFREDDORE INFATTI NEL 1800 VENIVA RIDOTTO IN POLVERE ED ASPIRATO IN MODO DA LIBERARE IL NASO DEI BIMBI E RIAQUISTARE IN PARTE L'OLFATTO..
NELL'ANTICHITA' SI USAVA PER PROFUMARE L'ACQUA DEL BAGNO...
TRADIZIONE POPOLARE
LA TRADIZIONE POPOLARE CI TRAMANDA ANCHE NOTIZIE INSOSPETTABILI
INFATTI SI USAVA ANCHE PER ALLONTANARE GLI INSETTI FASTIDIOSI...E BASTAVA UN VASO PER OGNI BALCONE.
ADIRITTURA NEL SUD SI USAVA REGALARE UN VASO DI BASILICO PER UNA PROPOSTA DI MATRIMONIO E ANCOR PIU' CURIOSA PARE CHE QUESTO USO E COSTUME PROVENGA DAGLI ANTICHI ROMANI
IL PESTO ALLA GENOVESE....NON E' STATO AFFATTO INVENTATO DAI LIGURI MA IMPORTATO IN LIGURIA DAI SARACENI
QUESTO INFATTI E' UN PIATTO ORIGINARIO DEL MEDIOEVO
ERBA SACRA
NELL'ANTICHITA' IL BASILICO ERA CONSIDERATO SACRO A MARTE TANTE' VERO CHE LA RACCOLTA DI QUESTA PIANTA
ERA ACCOMPAGNATA DA TUTTO UN RITUALE TRA IL MAGICO E IL RELIGIOSO L'ERBORISTA PRIMA DI INIZIARE LA RACCOLTA DOVEVA INDOSSARE ABITI PULITI E PURIFICARE LA MANO DESTRA ESPARGENDOLA D'ACQUA CON UN RAMO DI QUESRCI BAGNATO INTRE DIVERSE FONTI E TENERSI LONTANO DA ESSERI IMPURI..IN PARTICOLARE DALLE DONNE IN PERIODO MESTRUALE!!!!!!!
PROPRIO PER QUESTA SU AFAMA MAGICA E TRAMATURGICA IL BASILICO VENIVA NELL'ANTICHITA' PRESCRITTO AGLI AMMALATI:PLINIO LO CONSIGLIA ADIRITTURA CONTRO L'EPILESSIA
IL BASILICO NELLE GAVETTE DEI SOLDATI
ESSENDO POI SOTTOPOSTO ALL'INFLUSSO DI MARTE ,DIO DELLA GUERRA ,AL BASILICO VENIVA ANCHE ATTRIBUITO IL POTERE DI DARE VITALITA' E CARICA COMBATTIVA.GLI ANTICHI ROMANI FACEVANO MANGIARE CIBI RICCHI DI BASILICO AI LORO SOLDATI PRIMA DI OGNI BATTAGLIA E QUELLO SECCO NON MANCAVA MAI NELLE SCORTE ALIMENTARI DEI CENTURIONI....
MA ALLORA QUESTO BASILICO CALMA I NERVI OPPURE RENDE BATTAGLIERI?????
BHE IN OGNUNA DEI DUE CASI TRA CIO' CHE LA STORIA CI INSEGNA E LA MODERNA ERBORISTERIA ..IL RISULTATO E' IL MEDESIMO
E' BUONA...IN OGNI CASO FA BENISSIMO ALLA SALUTE....E DEGUSTA I PALATI ANCHE DEI PIU' DELICATI....INFATTI UN BUON POMODORO E BASILICO O UN PIATTO DI PESTO ALLA "SARACENA"...(BHE!!!!GENOVESE????) HA SEMPRE FATTO PIACERE A TUTTI...

FESTA DELL'AGRICOLTURA..il pomodoro

DA OGGI SI DA IL VIA ALLA "18 EDIZIONE DELLA FESTA DELL'AGRICOLTURA..".
COSì TOCCHEREMO GLI ARGOMENTI PRINCIPALI CON ORIGINALITA' DEI PRODOTTI FOTO E CURIOSITA' DI QUESTO MONDO :
LA NOSTRA TERRA
LE NOSTRE DELIZIE CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIA ORMAI DIVENTATA CULTO DELLA NOSTRA TRADIZIONE CULINARIA
IL PRIMO ARGOMENTO E':
_IL POMODORO

SCHEDA..
NOME LATINO...SOLANUM LYCOPERISICUM
FAMIGLIA:SOLANACEE
POTERE CALORICIO:20 CALORIE OGNI 100 GR
CONTENUTI VITAMINICI
per 100 gr:.......................vitamina c.....23 mg
                                       vitamina a.....0,33 mg
                                       vitamina  b1..0,06 mg
                                       vitamina b2...0,04 mg

SALI MINERALI                fosforo....27 mg
                                       calcio.....11 mg
                                       ferro... 0,60 mg

COMPOSIZIONE              acqua..94,10 mg
                                       caroboidrati 3,40..mg
                                        proteine  1... g
                                        grassi 0,30...g


LE PROPRIETA'


LA BUCCIA E I SEMI FACILITANO LA ELIMINAZIONE DELLE SCORIE .....
AZIONE LASSATIVA
CONTIENE ACIDO CITRICO...FACILITA LA DIGESTIONE
LA RICHEZZA DI VITAMINE LO RENDE OTTIMO COADIUVANTE PER LA CURA DELLE
MALATTIE DELLA PELLE,E RENDE LA NOSTRA PELLE PIU' IDRATATA
LA RICHEZZA DELLE VITAMINE LO RENDE DISINTOSSICANTE
-UNA VERA E PROPRIA RISORSA ALIMENTARE...PER LE PERSONE CHE SOFFRONO
DI :
_GASTRITE,COLITE,MALATTIE RENALI,OBESITA',URICEMIA,GOTTA,MALATTIE
INFETTIVE E CONVALESCENTI

ED ORA UN PO DI STORIA...

FRUTTO DEL SOLE LO CHIAMAVANO GLI INDIOS,E CON QUESTO NOME IL
POMODORO VIENE CITATO NEL CODICE MENDOZA OSSIA IN QUELLA RELAZIONE CHE
IL GOVERNATORE MENDOZA MAND0' AL RE DI SPAGNA DOPO LA CONQUISTA DEL
MESSICO....
MA IL NOSTRO POMODORO NON ERA ORIGINARIO DEL MESSICO MA DEL PERU',
PAESE IN CUI ERA COLTIVATISSIMO E IN CUI COSTITUIVA UNO DEI PRODOTTI
BASE DELLA CUCINA LOCALE,ESSO COMPLETACVA EGREGIAMENTE L'ALIMENTAZIONE
DI QUELLA POPOLAZIONE...
E SICCOME OLTRE AL POMODORO IN QUEI PAESI SI MANGIAVANO LE TORILLIAS
DI GRANO PESTATO ECCO CHE POSSIMAO DIRE CHE ANCHE ALLORA ,COME POI DA
NOI NEI PAESI PIU' POVERI POMODORO E GRANO ERANO LE SOSTANZE BASE DELLA
SOPRAVVIVENZA ,DOVE LA CARNE ERA CONSIDERATA UN CIBO PER I
PRIVILEGIATI..
QUANDO I "CONQUISTADORES" EUROPEI INCONTRARONO LA CIVILTA' AZTECA
MOLTO AVEVANO DA APPRENDERE ANCHE SE A TORTO RITENNERO DI PORTARE AI
SELVAGGI LA COSì DETTA CIVILTA' OCCIDENTALE!! I NUOVI PADRONI QUELLI
CHE AVEVANO DECISO DI RESTARE SUL POSTO FECERO PRESTO AD ABITUARSI ALLE
CONSUETUDINI,ALIMENTARI DEGLI INDIGENI,MA ANCHE QUELLI CHE FACEVANO
RITORNO IN EUROPA TENTAVANO COMUNQUE  DI IMPORTARE DA NOI I PRODOTTI
ESOTICI E TRA QUESTI IL POMODORO...
IL SUO PRIMO ESORDIO IN EUROPA NON  FU CERTO FELICE,INFATTI
VENNE VISTO SUBITO CON MALEVOLENZA TANTO DA ESSERE CHIAMATO DA CASALPINO
"MALAINSANA"..ossia melòa che fa male
ALLORA FU DEFINITO MALEFICO,VELENOSO,INDIGESTO,CHE RISCALDA IL
SANGUE E PRODUCE ACIDO URICO IN ECCESSO E VIA VIA DI QUESTO PASSO...SI
ARRIVO' PERSINO AD AFFIBIARGLI IL NOME DI "LYCOPERSYEUM"pesca dei
lupi!
CE N'ERA ABBASTANZA PER DARE CATTIVA FAMA A QUELLO CHE SAREBBE
DIVENTATO DI CONSEGUENZA IL CIBO PER ECCELLENZA
MA PER FORTUNA IN CERTE ZONE DELL'ITALIA DI ALLORA NELLE REGIONI
AGRICOLE PIU' POVERE ,IL TANTO DENIGRATO FRUTTOERA STATO ACCETTATO ED
INIZIALMENTE FACEVA PARTE DELLA DECORAZIONE DI UNA TAVOLA ..
POI SOLO DI SUSSEGUENZA FU ASSAGGIATO E VISTO CHE NELLE TERRE
DELL'ITALIA MATURAVA BENE E IL SUO COLORE ERA ROSSO VIVO CARNOSO E
PROFUMATO,MOLTO INVITANTE AL PALATO E ALLA VISTA SI COMINCIO' A
CONSUMARLO..,.INFATTI FURONO LE ATTUALI REGIONI QUALI SICILIA,CAMPANIA
ED EMILIA ROMAGNA LE PRIME SIA A CPOLTIVARLO CHE A MANGIARLO...
ADOTTANDO LA STESSA TECNICA IMPORTATA DAGLI INDIOS E VENIVA ANCHE
CONSUMATO SU GRANO PESTATO E COTTO...PIATTO CHIMATO TORTILLAS AI FRUTTI
DEL SOLE...PASTA AL POMODORO SUCCESSIVAMENTE PER NOI ITALIANI...VEDI
CASO ANCHE I LUMINARI DEL XVIII SECOLO IN CUI SE NON SI TROVAVANO CIBI
ALTERNATIVI ERA LA FAME:CONSIGLIATO IL POMODORO AL POPOLO CHE SERVIVA
DA CAVIA ANCHE I GRANDI DELLA SCIENZA SI ACCORSERO DELLE PROPRIETA'
OGANOLETTICHE DI QUESTO STREPITOSO FRUTTO...E OGNUNO DISSE LA SUA CHE
FINALMENTE AVEVA IL DIRITTO DI ESSERE CONSIDERATO "ESCULETUM"OSSIA
COMMESTIBILE...,E CHE POI DISINTOSSICAVA,CHE ERA UTILE A CHI SOFFRIVA
DI CALSCOLOSI
 BILIARE O DI INFIAMMAZIONE ALL'APARATO DIGERENTE..ECCETERA MA CHE
SOPRATUTTE PORTAVA PREZIOSE SOSTANZE AL NOSTERO ORGANISMO..E SOPRATUTTO
CHE RIUSCIVA A SFAMARE LA GENTE PIU' POVERA VISTO CHE FU SEMPRE
CONSIDERATO IN EUROPA IL PASTO DEI POVERI...
DUE SECOLI PRIMA SEGUENDO IL LORO ISTINTO GLI INDIOS AVEVANO INDICATO
NEL FRUTTO DEL SOLE COME SALUTARE E BUONISSIMO E GLI SCENZIATI LO
CONSIDERARONO SOLO DUE SECOLI DOPO...MA PER NECESSITA' DELLA GENTE
COMUNE ERA ARRIVATO SULLE TAVOLE DA MOLTO TEMPO SOPRATUTTO NELLE
CAMPAGNE PRIMA ANCORA CHE LO DESSERO PER COMMESTIBILE...
E LA DIMOSTRAZIONE ERA DATA DALLE INNUMEREVOLI RICETTE,PIATTI
POPOLARI  IN CUI QUESTO RAFFINATISSIMO FRUTTO REGNA ANCORA SULLE NOSTRE
TAVOLE,BATTENDO ALLORA PER UNA VOLTA L'ALTA CUCINA E DI DUE SECOLI IN
LUNGHEZZA....
INTANTO IL POMODORO RESTA IL CIBO PREFERITO DI NOI ITALIANI I PRIMI A
COLTIVARLO DOPO GLI AZTECHI


 

mercoledì 24 agosto 2011

codfish 'manteccato of roxchef


Cormons Collio Ribolla Gialla 1.5

Raffinato, secco, asciutto, salato, d'un paglierino scarico, ricco di acidità, ma equilibrato.

Riassunto

history-ancient recipe ... on behalf of the doge doge, the Venetian nobleman Pietro Querini share in 1432, with a galleon loaded with goods to be exchanged in the markets of the East, was the first city clay and then cross the Strait of Gibraltar, but the height of France were driven by a storm, to the ocean broke the main shaft, decided to save his life falling two boats with 60 crew .... but if it saved only 13nel quet in January 1433 so after 6 months at sea crashed against the island of the most rost 'largest of the Lofoten Islands off Norway in giiorni .. that followed many of the crew died of starvation devoured by Zacchi, some fishermen on the island the Venetians were accosero , and helped newly restored .. dali and gladly welcomed by the family "ragnas" from where it is named in honor of our saviors cod'.... Ragnos spider named ... ... querini the merchant was fascinated by the economy of these islands where they put the fish to dry on wooden sideways a particular fish of the cod family "gaudus murhoa" Dry as a stock selling fish stocking our current drive (which has nothing to do with that put in salt) .. the querini was immediately taken by such delicacy that I wear 'to Venice after the family will offer' ... the same six pieces querini reached San Marco called the Doge tell 'what happened and offer' two fish and the chef of the house of the Most Serene Doge contribute 'to the stage of making manteccatura then famous all over the world ... the noble offered on the boards as a guest of the doge and quality ...... it seems that this fact often the centers Counter-Reformation Council of Trent .. 90% of high-quality èprodotto 'is included in the Veneto


Ingredienti


  • un baccala' ...stock.fish.gaudus murhoa l'originale
  • olio extravergine d'oliva leggero ottima qualita' ma poco profumato..
  • latte q/b
  • sale
  • pepe
  • 1 spicchio d'aglio

Istruzioni

  1. 1 ... baccla put the 'in cold water for about three days .. depends on the dry enough for some 48 hours ...
  2. 2 ... change the water often
  3. 3 ... drain and try to plug fully preserving a part of the skin
  4. 4 .. we put in a pot covered with milk and water 50%
  5. 5 ... we get
  6. 6 ... add in the cooking water a clove of garlic
  7. 7 ... we also make certain to spice leaf laurel and lemon in my recipe, but there is no '
  8. 8 ... we bring to the boil and cook over moderate heat for about 45 minutes
  9. 9 ... now that our cod' and 'ready to put him in global or in a food processor with plastic blade mount and start alternating the cooking water with the oil must be mounted flush ... slowly alternating the various speed '
  10. 10 ... season with salt and pepper
  11. 11 ... we have to maintain a homogeneous compact with a glossy cream ..
  12. 12 the recommendation of the oil must be made according to the demand of the product are codfish 'more' lean and baccla 'more' fat ....
  13. The cod 'is a perfect accompaniment with:
  14. hot soft polenta
  15. with toasted polenta or bread
  16. boat with puff pastry
  17. Cheese sables with
  18. with the vol-au-vent


LA SERENISSIMA-RISOTTO AL BACCALA' O CON CUORE DI POMODORO



2 voti | 150 visioni
CHI XE CHE GA' INVENTA' "POLENTA E BACALA'?" DISEMELO CREATURE, 'STO NOME, 'STO PORTENTO, CHE TOGA LE MISURE PER FARGHE UN MONUMENTO...
Agno Berlese
inanzitutto per la lavorazione del baccala' andate a vedere le ricette precedenti dove troverai curiosita' sulla sua storia....
la lavorazione di questo risotto e' lunga ma una volta fatto il risultato fa girare palati a gogo.... 
Tempo Preparazione: 3 giorni
Tempo di cottura: 240 minuti
Marcatori (Tags):

Ingredienti

  • per la base di baccala'
  • 1 baccala'
  • un bicchierone di latte
  • acqua
  • sale
  • erba cipollina
  • prezzemolo
  • per il sugo di pomodoro
  • pomodori maturi cirio e ramato
  • sedano
  • carota
  • cipolla
  • uno spicchio d'aglio
  • olio extravergine d'oliva
  • per il risotto
  • vialone nano --------- carnaroli
  • spruzzata di vino
  • accessori
  • forma rotonda per risotti
  • biberon per decorare
  • scalogno

Istruzioni

  1. mettere il baccala' gia' deliscato e amollato in una pentola con un bicchierone di latte e acqua..
  2. lo facciamo cucinare a fuoco lento fino a tre quarti di cottura,e portiamo poi ad ebbolizzione
  3. nel frattempo facciamo la nostra conserva di pomodoro la quale deve andare giu' per circa 3 ore,con tutte le sue verdure,sale
  4. la passiamo con il nostro kenwood,o con il passamodoro a mano
  5. ristringiamo la salsa in padella con uno spicchio d'aglio e lo mettiamo dentro il biberon in modo da metterlo all'interno del nostro risotto
  6. ora in una casseruola facciamo appassire il nostro scalogno,aggiungiamo il riso e sfumiamo con del vino bianco meglio prosecchino,
  7. scoliamo intanto la polp di bacclaa' prepservando il brodo....
  8. mettiamo un po di polpa e brodo e diamo via al nostro risotto
  9. aggiungiamo a meta' cottura l'erba cipollina
  10. alla fine del prezzemolo
  11. ora che il nostro riso e' pronto mantecchiamo e aggiustiamo di sale se serve
  12. prendiamo la forma rotonda e mettiamo un mestolo di risotto
  13. aspettiamo due minuti e spariamo al suo interno con il biberon il pomodoro
  14. leviamo la formina e adobbiamo
  15. spero di non essermi scordata nulla...
 16.  i commenti dei commensali......
 ROSSA HAI SUPERATO TE STESSA BRAVA COMPLIMENTI MAI   MANGIATO UN RISOTTO COSI' BUONO
@ ricetta di roxchef