domenica 9 ottobre 2011

viaggio nella venezia misteriosa......tra realta' e mistero

 con questo inizieremo tra calli e campielli palazzi e monumenti della venezia misteriosa......andremo mano amno anche all'ospedale di san clemente dove si consumac vano dei veri orroi come manicomio dicono se ti siedi vicino adove stavano i pazienti senti la loro presenza...nessuno puo' varcare ca dario altrimenti la morte si avvicina quando meno te lo spetti e mentre cala la nbbia in questo contesto vi auguro unabuona lettura


e mentre leggete ecco la musica di rondo' veneziano






Un orribile destino ha unito le storie dei proprietari di questo stupendo palazzo, tanto da definirlo Maledetto.
Ca’ Dario è una villa che si affaccia sul Canal Grande  a Venezia. Fu costruita da Giovanni Dario, affascinato dai luoghi e dall’incantevole paesaggio.



Ca' Dario è un palazzo di Venezia, situato nel sestiere di Dorsoduro, che si affaccia direttamente sul Canal Grande. L'edificio è famoso per la presunta maledizione che graverebbe su di esso: secondo la leggenda, infatti, i suoi proprietari sarebbero destinati a fare bancarotta o a morire di morte violenta


L'edificio venne commissionato all'architetto Pietro Lombardo nel 1479 da Giovanni Dario come dote nuziale per la propria figlia Marietta, promessa sposa di Vincenzo Barbaro, un ricco mercante di spezie proprietario dell'omonimo palazzo in Campo San Vio[3]. Giovanni Dario, un borghese di origini dalmate[4], svolgeva importanti mansioni per la Repubblica di Venezia: fu mercante, notaio della cancelleria ducale, segretario ducale e si guadagnò l'appellativo di salvatore della patria dopo che, nel 1479, riuscì a negoziare un accordo di pace con i turchi[5].
Il palazzo è costruito sopra un antico cimitero[6] ed è visibilmente inclinato a causa di un assestamento delle fondamenta. La facciata asimmetrica, in pietra d'Istria, è riccamente decorata da marmi policromi disposti a medaglioni circolari ed è suddivisa in pianoterra e tre piani. Il corpo del palazzo è costruito in stile gotico fiorito, molto diffuso a Venezia, ma la facciata sul Canal Grande è chiaramente rinascimentale. Alla base dell'edificio è presente l'iscrizione VRBIS GENIO IOANNES DARIVS (latinoGiovanni Dario protettore della città). I camini, in tipico stile veneziano, sono fra i pochi esemplari originali dell'epoca sopravvissuti fino ad oggi. La balconata neogotica venne aggiunta nel XIX secolo.
Nel 1494, alla morte di Giovanni Dario, il palazzo venne ereditato da sua figlia Marietta e poi passò a Vincenzo Barbaro. La famiglia Barbaro rimase in possesso del palazzo fino all'inizio delXIX secolo, quando Alessandro Barbaro (1764-1839), membro dell'ultimo Consiglio dei Diecidella Repubblica di Venezia e consigliere aulico del Tribunale Supremo di Verona, vendette il palazzo ad Arbit Abdoll, un commerciante armeno di pietre preziose[7].
Ca' Dario viene spesso descritta come uno dei palazzi più caratteristici di Venezia, spesso paragonato alla Ca' d'Oro. La sua strana bellezza colpì l'interesse di John Ruskin, che ne descrisse le decorazioni marmoree con dovizia di particolari[8]. Il retro del palazzo, dipinto di rosso, si affaccia su Campiello Barbaro.
Nel 1908 Claude Monet utilizzò Ca' Dario come soggetto per una serie di dipinti tipicamenteimpressionisti: tutti dalla stessa prospettiva, ma con condizioni di luce diverse[9]. Uno degli ultimi interventi di restauro, sistemazione e arredo degli interni è stato eseguito nel 1977 daGiorgio Pes, arredatore del film Il Gattopardo[10].
Palazzo Dario.jpg

Il destino dei proprietari del palazzo

 

La bellezza architettonica di Ca' Dario contrasta con la sua fama di palazzo maledetto, nomea conferitale dal tragico destino che ha accomunato molti dei suoi proprietari. Secondo una presunta maledizione che graverebbe sulla casa, infatti, i proprietari di Ca' Dario sarebbero destinati a finire sul lastrico o a morire di morte violenta[11].
Marietta, la figlia di Giovanni Dario, si suicidò a seguito al tracollo finanziario del marito Vincenzo Barbaro, che morì accoltellato. Tragica fine anche per il loro figlio, che morì in un agguato a Creta. Queste tre morti fecero scalpore fra i veneziani, che anagrammarono l'iscrizione posta sulla facciata, trasformandola da VRBIS GENIO IOANNES DARIVS a SVB RVINA INSIDIOSA GENERO (latinoGenero insidiosa rovina)[4].

I discendenti della famiglia Barbaro ereditarono il palazzo fino all'inizio del XIX secolo, quando Alessandro Barbaro lo vendette ad Arbit Abdoll, un commerciante armeno di pietre preziose che fece bancarotta poco dopo aver preso possesso della dimora. Nel 1838 Ca' Dario venne acquistata dall'inglese Radon Brown, il quale perse tutti i propri averi e si suicidò nel 1842all'interno del palazzo insieme al compagno, probabilmente anche a causa dello scandalo provocato dal loro legame. L'edificio venne poi acquistato dall'americano Charles Briggs, che fu costretto a fuggire da Venezia a causa delle continue voci sulla sua omosessualità, rifugiandosi in Messico, dove il suo amante si suicidò[12].
A cavallo fra la fine del l'800 e l'inizio del '900 Ca' Dario ospitò il poeta francese Henri de Régnier, finché una grave malattia non ne interruppe i soggiorni veneziani.
Rimasta a lungo senza proprietario, nel 1964 fra i possibili acquirenti si fece avanti il tenore Mario Del Monaco, che però ruppe le trattative quando, mentre si stava recando a Venezia per ultimare i dettagli del contratto, rimase vittima di un grave incidente stradale che lo costrinse ad una lunga riabilitazione e lo fece desistere dall'acquisto[13].
Pochi anni dopo, Ca' Dario venne acquistata dal conte torinese Filippo Giordano delle Lanze, il quale venne ucciso all'interno del palazzo, nel1970, da un marinaio croato di nome Raul Blasich, con il quale intratteneva una relazione. Blasich, in seguito, fuggì a Londra, dove venne a sua volta assassinato[14]. Il palazzo venne poi acquistato da Kit Lambert, manager del complesso rock The Who, che morì pochissimo tempo dopo a Londra cadendo dalle scale.
A metà degli anni ottanta Ca' Dario venne acquistata da un uomo d'affari veneziano, Fabrizio Ferrari, che vi si trasferì con la sorella Nicoletta. Ferrari non morì, ma perse tutto il suo patrimonio dopo aver preso possesso del palazzo, mentre sua sorella morì in uno strano incidente stradale senza testimoni[15].
Alla fine degli anni ottanta il palazzo venne acquistato dal finanziere Raul Gardini, intenzionato a farne dono alla figlia. Gardini, dopo una serie di rovesci economici ed il coinvolgimento nello scandalo di Tangentopoli, si suicidò nel 1993 in circostanze mai del tutto chiarite.
Dopo la morte di Gardini nessuno volle più comprare Ca' Dario, al punto che la prima società di intermediazione che aveva ricevuto il mandato per la vendita si arrese e rimise l'incarico[12]. Alla fine degli anni novanta il regista e attore Woody Allen pareva intenzionato all'acquisto dell'edificio, ma desistette[16]. Nel 2002, una settimana dopo aver affittato Ca' Dario per una vacanza a Venezia, il bassista John Entwistlemorì di infarto[16]. Benché priva di alcun fondamento scientifico, a spiegazione delle morti alcuni hanno avanzato l'ipotesi che l'edificio sorga sopra un presunto nodo di energie negative che attraverserebbe la città[17]. Ca' Dario, attualmente, risulta in vendita[7].

fonte wikipedia




dal corriere della sera
quel maledetto giorno in cui raul compro' il palazzo
attraverso la Bavaria acquisto' il palazzo sul Canal Grande con una storia di morti violente TITOLO: Quel maledetto giorno in cui Raul compro' Ca' Dario - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - DAL NOSTRO CORRISPONDENTE VENEZIA . L' ombra sinistra di una maledizione che perseguiterebbe gli inquilini di Ca' Dario, stupendo palazzotto veneziano affacciato sul Canal Grande, si proietta sulla morte di Raul Gardini che da qualche anno aveva scelto questo stabile come sua residenza in Laguna. Gardini, che entro' in possesso del palazzo nell' 85 dopo aver acquistato la Bavaria Assicurazioni, poi confluita in Fondiaria, certamente sapeva di questa sciagurata fama di Ca' Dario ma, come tanti, non seppe resistere al fascino di uno stabile che Gabriele D' Annunzio defini' come "una vecchia cortigiana piegata sotto il peso dei suoi monili". Costruito sul Canal Grande nel 1487, in un composito stile fra il gotico, il bizantino e il rinascimentale, a poche decine di metri dalla basilica della Salute, Ca' Dario comincio' subito a conquistarsi la sua nefasta fama. Marietta, figlia di Giovanni Dario, committente e primo proprietario del palazzo, vi mori' infatti di crepacuore dopo il confino imposto al marito Vincenzo Barbaro. Molti dei suoi eredi morirono di morte violenta: fra questi Giacomo Barbaro, provveditore della Serenissima repubblica a Candia, che nel 1650 rimase vittima nell' isola di un agguato. Quei morti non spaventarono Arbit Abdoll, un ricco armeno che trafficava in diamanti, che acquisi' il palazzo alla fine del ' 700. Una "passione" fatale anche per lui, visto che pochi anni dopo incorse in un clamoroso fallimento. Un inglese, Rawdon Brown, compro' allora Ca' Dario e profuse tante energie nel restauro che si rovino' economicamente e al disonore preferi' il suicidio, sparandosi in una sala del palazzo. A fine ' 800 un' altra vittima: il poeta francese Henry De Regnier che, poco tempo dopo essersi trasferito a Ca' Dario, contrasse una grave malattia che nel giro di pochi anni lo condusse alla tomba. Alla seduzione di questa stupenda residenza veneziana non seppe resistere nemmeno Mario Del Monaco: il grande tenore si era innamorato del palazzo ma a por fine all' idillio ci penso' un grave incidente stradale di cui Del Monaco rimase vittima mentre rientrava nella sua abitazione trevigiana proprio dopo aver preso gli ultimi accordi per l' acquisto, successivamente mai avvenuto. A Ca' Dario arrivo' allora Charles Briggs, eccentrico miliardario americano, ma vi resto' ben poco: fu infatti espulso dall' Italia dopo che la polizia accerto' che aveva trasformato il palazzo in una sorta di equivoca casa d' appuntamento per omosessuali. Il convivente di Briggs, Osvaldo de Carrera, mori' pochi mesi piu' tardi suicida in Messico. Nella notte del 19 luglio 1970 Ca' Dario divenne teatro di un omicidio: il nuovo proprietario, il conte torinese Filippo Giordano Delle Lanze, venne infatti ammazzato a colpi di candelabro. Del presunto omicida, il marittimo jugoslavo Raoul Blasica con cui il nobile aveva rapporti omosessuali, si persero subito le tracce. Alcuni anni piu' tardi fu un giovane finanziere veneziano, Fabrizio Ferrari, a rilevare Ca' Dario per farne un centro di feste e congressi ad alto livello, ma anche Ferrari non sfuggi' alla "maledizione" e in breve fu travolto da un crac finanziario, subendo anche gravissimi lutti in famiglia. 

Claudio Pasqualetto




GARDINI: LA MALEDIZI
ONE DI CA' DARIO COLPISCE ANCORA
Roma, 23 Lug. - (adnkronos) - La maledizione di Ca' Dario ha colpito ancora. Raul Gardini e' l'ottavo proprietario dello splendido palazzo veneziano a essere morto in modo violento o in circostanze misteriose. L'ultima vittima in una catena di suicidi, assassini, vendette che dal 1500 ad oggi hanno inesorabilmente insanguinato quella fastosa dimora. E trova conferma ancora una volta quello che da sempre dicono i veneziani su quella casa ''maledetta'', marchiata dalla sinistra fama di portare sfortuna ai suoi proprietari.
L'analogia piu' inquietante e' quella con il penultimo proprietario, il nobile torinese Filippo Giordano delle Lanze che all'alba di una grande festa per inaugurare la nuova magione, venne trovato cadavere dalla governante proprio il 20 luglio di 23 anni anni fa. Ma gia' nel secolo scorso Radow Brown, un magnate britannico che aveva acquistato il palazzo per viverci col suo amico cubano Raul Carreras, dopo anni di fasti si ridusse in miseria e mori' di stenti, mentre l'amico Carreras si suicidava.
In realta' poi la lunga serie di lutti era cominciata ben prima, subito dopo la costruzione di Ca' Dario, voluta dal gran signore veneziano Giovanni Dario, ambasciatore di Venezia a Costantinopoli. Sua figlia Maria, tradita e percossa dal marito mori' in giovane eta' in seguito ai maltrattamenti. Dopo vari passaggi, il palazzo fu acquistato nel 1841 da un ricco inglese Rawdon Bron, che dissanguato dai restauri, ando' in rovina e si uccise. Dopo le tragedie di Brown e di Giordano delle Lanze, Ca' Dario fini' in mano di Christopher Lambert, un eccentrico ma ricchissimo inglese. Diceva di non credere alla ''maledizione'', ma in realta' agli intimi aveva confessato di dormire nel chiosco dei gondolieri dell'Hotel Gritti per ''sfuggire ai fantasmi che nel Palazzo lo perseguitavano''. (segue)
venezia misteriosa
I veneziani ne parlano come di un palazzo maledetto. Alcuni, addirittura evitano di passarci accanto e preferiscono circoscriverlo passando per il Rio Terà degli Assassini. Ca’ Dario, esempio sublime di gotico fiorito, si affaccia sghembo sul Canal Grande a pochi metri dalla casa di Peggy Guggenheim. Niente nell’aspetto estetico del palazzo fa pensare alle tragedie che si sono consumate, sul filo dei secoli, all’interno delle sue mura. La facciata sull’acqua è un merletto di balconate leggere e marmi dai colori diversi. Il retro, più sobrio, dipinto in rosso veneziano si affaccia su Campiello Barbaro.
Era nato come un dono, quel palazzo. A commissionarlo nel 1479 al grande architetto Pietro Lombardo, infatti, era stato un ricco mercante veneziano, Giovanni Dario. Marietta, la sua figlia illegittima, sarebbe andata in sposa ad un altro mercante di spezie, Vincenzo Barbaro, e Giovanni probabilmente nel lasciarlo in dote alla figlia era mosso dal desiderio di non sfigurare di fronte all’opulenza del genero.
Fin dall’inizio il palazzo fu teatro di morte : Marietta si suicidò quando venne a sapere che il marito aveva fatto bancarotta e Vincenzo venne accoltellato. Il figlio della coppia, anche lui Vincenzo, morì qualche anno dopo in un agguato a Candia.
Fu in quel periodo che iniziò la leggenda legata all’iscrizione che appare sulla facciata di Ca’ Dario: « Genio Urbis Johannes Dario », aveva fatto scrivere con orgoglio il mercante Giovanni. Ma il popolo ne aveva fatto l'anagramma che aveva prodotto il terribile : « Sub ruina insidiosa genero ». In altre parole: « Chi abiterà questa casa finirà in rovina ».
Per quasi due secoli la casa restò disabitata. E proprio mentre la leggenda iniziava a sfumare ripresero le morti. La prima di una lunga serie fu quella di un commerciante armeno di pietre preziose, Arbit Abdol, il suo nuovo proprietario, il quale poco tempo dopo fallì e morì in miseria. Il proprietario successivo, Raymond Brown, incapace di sopportare lo scandalo che dilagava in città a proposito della omosessualità si suicidò insieme al suo amante. A togliersi in seguito la vita, e per le stesse ragioni, fu l’amante di Charles Briggs, l’americano che, alla morte di Brown, aveva acquistato il palazzo.
Negli anni 70 Filippo Giordano delle Lanze venne ucciso all’interno del palazzo da Raul, il suo amante croato, il quale poi sarà a sua volta assassinato a Londra. Negli anni 80 la casa fu acquistata da Kit Lambert, il manager degli Who, che si suicidò tagliandosi le vene. L’ultimo proprietario, Raoul Gardini, coinvolto nello scandalo di Tangentopoli, si suicidò pure lui con un colpo di pistola alla tempia. Ma prima di lui Nicoletta Ferrari, proprietaria del palazzo assieme al fratello Fabrizio, fu ritrovata morta in un campo, a fianco alla sua automobile. Una morte inspiegabile ancora oggi.
Alla fine degli anni 90, Woody Allen era in trattativa per acquistare il Palazzo. Lo era proprio nel periodo in cui doveva dare un concerto alla Fenice con la sua band jazz. La Fenice bruciò la vigilia del concerto. Chissà se Woody annullò la vendita proprio perché aveva sentito aleggiare su di sè il profumo della maledizione.





tratti da alcuni siti web ed wikipedia.......




e sara' d qui che avremmo la seconda parte di venezia misteriosa





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